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Parrocchiale di S. Maria Assunta

Localizzazione: Inzago – Piazza Gnecchi Ruscone

La chiesa fu costruita una prima volta attorno al 1148 a causa della non più sufficiente chiesa di S. Ambrogio, già situata nell’attuale Piazza Maggiore a fianco della chiesa di San Rocco. Fu quindi riedificata, cambiandole anche l’orientamento da est-ovest a nord-sud tra il 1812 ed il 1827.

La chiesa parrocchiale

Non esiste documentazione che ci possa dire lo stile della primitiva chiesa del XII secolo, ma è certo, come scrisse don Pietro Fumagalli nel libro Inzago (Burgus de Anticiaco), che venne molto trascurata nei secoli successivi, tant’è che quando San Carlo venne in visita pastorale la trovò senza sagrestia, i paramenti erano conservati in casa parrocchiale, mancava addirittura il fonte battesimale.

Ma al suo arrivo San Carlo sapeva che, scoppiata la peste nel 1577, popolo e nobili radunati in piazza avevano già deciso di ampliare la chiesa.

Forte di questa decisione richiamò gli inzaghesi a far seguire i fatti alle parole ampliando la chiesa al più presto.

L’invito venne accolto e dopo cinque anni di lavori la chiesa era stata adeguata ai nuovi bisogni.

Ma gli inzaghesi vollero migliorare anche l’altare gettando le fondamenta per costruirlo in pietra.

Ce lo dice il Cardinal Federico, ma bisogna arrivare fino al 1725 per sapere che i nobili locali decisero il 12 luglio di quell’anno di versare un soldo alla pertica e organizzare una questua per abbellire l’altare ed il tabernacolo.

Tra l’altro, già dal 1688 la nostra chiesa contava ben otto altari laterali come documentano gli atti della visita del card. Visconti.

Intanto il paese continuava a crescere e la chiesa, siamo nel 1750, non bastava più a contenere tutti i fedeli.

Ma solo 24 anni dopo i maggiorenti locali si decisero a inoltrare domanda all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria affinché autorizzasse delle operazioni finanziarie tramite soppressione e aggregazione di confraternite per liberare parte del patrimonio da devolvere all’ulteriore ampliamento del tempio.

Ma né l’imperatrice né il popolo erano convinti della supplica e questa cadde nel vuoto.

Si impose allora un’altra gravissima questione: ampliare la chiesa o farne una nuova? Pare sia prevalsa l’idea di farne una nuova, ma sulla stessa area, a croce latina orientata nord-sud.

Quindi, senza aspettare il parere del governo di Milano, i nostri antenati fecero partire i lavori già prima del 1813, per fermarsi quasi subito per carenza di capitali.

Il 7 settembre di quell’anno si fece un’asta per l’ultimazione dei lavori, ma andò deserta ed il cantiere restò armato ma fermo fino al 1822.

Fu a dicembre di quell’anno che gli inzaghesi si rivolsero di nuovo al governo per essere autorizzati a riaprire il cantiere ma modificando il progetto, che prevedeva anche la cupola, tagliandone i costi.

Il governo rispose acconsentendo di fatto a una pubblica assemblea che risolvesse il problema dei debiti pregressi e trovasse nuove risorse per finire i lavori.

Il 28 aprile 1823 l’assemblea  decise di procedere ad alcune cessioni di beni e, passati alla votazione, 50 voti furono a favore della continuazione del cantiere e 3 contrari.

Ma non era ancora finita perché anche la successiva asta per affidare i lavori andò deserta.

Fu solo grazie all’intervento, un anno dopo, della Marchesa Castelli vedova Visconti che finalmente si sbloccò il tutto e la chiesa potè dirsi ultimata nel 1827.

Il 28 ottobre di quell’anno, come testimoniato nella lapide murata accanto all’entrata principale della chiesa, il card. Carlo Gaetano Gaisruk consacrava solennemente altare e chiesa.

L’ultimo intervento di ampliamento si ebbe nella seconda metà del secolo XX allorchè il coro ligneo posteriore all’altare maggiore fu sostituito da uno spazio più ampio ad uso dei fedeli con un allungamento della cupola e del corpo dell’edificio verso nord. Nel contempo fu anche costruita una cripta sotterranea che però fu successivamente dismessa.

 

L’attuale nostra chiesa a croce latina, appartiene allo stile neo-classico, detto comunemente stile Impero.

Oltre all’altare principale vede anche quattro altari laterali: a destra un primo altare è dedicato a San Giuseppe con a lato San Antonio di Padova e San Antonio Abate, il secondo al Sacro Cuore; a sinistra un primo altare è dedicato a San Francesco d’Assisi con a fianco Sant’Anna e Santa Teresa del Bambin Gesù ed il secondo alla Beata Vergine del Rosario.

Le statue di San Francesco, Sant’Anna e Santa Teresa sono in legno e scolpite in Val Gardena.

La statua della Madonna del Rosario, di pregevolissima fattura, è pure in legno e pare fosse stata scolpita ad Inzago, in contrada Sciustra (Via Balconi) da un ignoto autore attorno al 1750.

Da quell’anno è portata in processione alla seconda domenica di ottobre in occasione della Festa del Paese.

La volta della navata è stata affrescata da David Beghè nel 1893/94 e rappresenta i miracoli di Cristo (vedi scheda)

Giova infine ricordare che l’importanza della nostra chiesa è infine suggellata dalla presenza della Sindone di San Carlo (vedi scheda dedicata).

Potenzialità

Turismo a sfondo religioso.

Azioni suggerite

Sviluppo di visite guidate4.

Bibliografia

“Inzago (Burgus de Anticiaco)” – G.Pirotta e don P. Fumagalli, Guaitani, 1936

Autore: Inzago.corriere.it
Datazione: Sec. XII e sec. XIX
Numero scheda catalogo heritage: