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Inzago – Villa Rey

Localizzazione: Via Secco d’Aragona, 8  – INZAGO

E’ uno dei due esempi di villa inzaghese finalizzata alla mera villeggiatura, non essendo collegata alla proprietà di un fondo.

 

Immagine

foto 1 – facciata settentrionale

foto 2 – vista meridionale sul Naviglio

Descrizione

In questo sito lungo il naviglio al tempo fuori del borgo vi era solo un terreno di 14 pertiche appartenuto per secoli ai Reverta che nel 1679 Fabrizio vendette a un ricco negoziante di sete milanese, Paolo Antonio Morandi che vi costruì un “casino di villeggiatura”.

Morandi acquistò anche la conceria Fagnani ubicata ove oggi insiste il lavatoio.

Il precario di concessione dei Moneta dell’acqua della roggia Crosina per l’irrigazione del brolo Morandi indica (1693) che sull’angolo della casa, nel frattempo edificata, fosse stata dipinta un’immagine della Vergine Maria “vulgo di Concesa”, immagine ancora segnalata nel 1869.

La casa fu requisita ai fratelli Gio Batta, Paolo Antonio e Francesco Maria Morandi per una obbligazione non onorata; fu messa all’asta e aggiudicata (1727) al conte Pietro Quintana, questore del Magistrato ordinario.

Al tempo la casa era a due piani, con pozzo, portico, corte, giardino e brolo ed era cinta da muro che conteneva anche la “casetta dell’ortolano”.

Tale casetta ubicata nell’angolo a ridosso della spalla del ponte sul naviglio “era anticamente di ragione della Parrochia d’Inzago”, e dopo esser passata di proprietà di diverse persone era stata locata al camparo del naviglio.

Con il suo testamento (1736) il conte, celibe, nominò erede dei suoi beni di Milano e di Inzago l’Ospedale Maggiore, salvo una lunga serie di legati a favore della servitù e a istituzioni religiose.

Tutto fu destinato alla vendita compresi gli arredi dell’oratorio, salvo il “crocifisso picciolo d’argento” destinato alla chiesa parrocchiale di san Fermo di Milano

Alla morte del questore (1742) i beni furono messi all’asta e la casa e i mobili in essa contenuti furono acquistati dalla marchesa Paola Pertusati (1693-1771).

La villa fu trasmessa in eredità al pronipote Teodoro Giorgio figlio di Margherita Pertusati e quindi ai figli e infine al marchese Giorgio Teodoro, feudatario di Sesto Ulteriano e Cologno, che la alienò (1834) insieme al “giardino ora in parte a prato vitato, e moronato, ed irrigatorio” con casino a uso del fattore ad Antonio Porta, neofarmacista del borgo.

Luigi Brambilla di Civesio (†1863), sposato con la contessa Camilla Gallarati Scotti, acquistò (1853) la villa probabilmente perché a seguito della divisione dei beni con gli altri quattro fratelli (1835) non gli era pervenuta alcuna residenza di villeggiatura.

I soggiorni estivi a Inzago e la numerosa prole (4 figli) deterrminarono la decisione di nuove costruzioni.

Nel 1854 “venne cambiata la prima andata dello scalone dando ingresso dall’interno […] venne fatto un portico in cinque campi sopra terreno ed un appoggio al muro de cinta a ponente con soffitto per una superiore cassina per il fieno in cinque campi”, cioè la costruzione del corpo di fabbrica di ponente lungo la strada.

La perizia (1869) seguita alla morte di Luigi così descrive la villa:

Questa casa di civile abitazione si presta lodevolmente agli usi di villeggiatura tanto per la amena sua giacitura, quanto soprattutto per l’esterna ed interna sua struttura e distribuzione.

Il Corpo principale posto nel centro si compone d’ampi salotti, sale minori e gabinetti con li varj siti di servizio adattati per contenere le singole persone componenti una numerosa e ricca famiglia.

Essa si divide in n. 10 locali nel piano terra tutti colle pareti ridotte a tinta e colli plafoni sagomati e dipinti, e di n. 13 locali in primo ordine compreso il salotto nel centro che si sopralza anche nel secondo ordine con ampia copertura superiormente a livello del tetto; anche questi locali sono ridotti in civile ed in stato di abbellimento; alcune stanze principali risultano anche con tappezzeria di carta e sono servite dagli opportuni camini di marmo per il riscaldamento, oltre le stuffe ed i Franklin distribuiti lodevolmente. […] All’esterno verso Mezzodì dell’intera casa ritrovasi lo spazio ad uso giardino di delizie che è distribuito e armonizzato coll’insieme della restante decorazione della casa stessa a cui ne fa coronamento fino al margine del detto Naviglio; sulla cui superficie oltre ai parterres a fiori vario genere, piante esotiche e simili nei varj scomparti, trovasi nel centro e sulla mezzaria della casa una vasca contenente acqua di provenienza dalla Roggia Crosina. […]

Una parte di questo giardino è ridotto a semplice prateria con poche verzure e piante sia da gelso che da frutta.”

Dopo la morte di Camilla († 1893)  i nipoti alienarono i beni di Inzago.

Al tempo della successiva proprietaria, Adele Morandotti in Castoldi, fu locato (1895) l’edificio annesso alla villa “da servire per uso delle aule scolastiche e degli uffizi municipali”.

Una storia d’amore tra una filandiera inzaghese Elisa Bramati (1859-1931), sesta di sette figli di Genesio “cursore” comunale d’Inzago, e l’industriale della seta francese Paul Rey (1857-?) proprietario di una filanda a Shangai fa emergere la consuetudine del tempo di reclutare maestranze esperte nel borgo e di portarle in Cina per insegnarvi le moderne metodologie della trattura e filatura.

Rey tornato in Europa acquistò a Inzago la villa che prese la denominazione di “Villa Elisa”; dal matrimonio erano nati a Shangai Nelly e Marcello (1896-1956); quest’ultimo, sposatosi con Antonietta Ugenti, non ebbe prole.

La filanda di Shangai restò di proprietà Rey sino all’affermazione dell’Armata Rossa di Mao Zedong (1949) sul Kuomintang e la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.

La famiglia Rey si è estinta e la villa è ora di proprietà Cremonesi.

Bibliografia

“Ville di delizia e dimore storiche in Martesana”, edizioni Ecomuseo Martesana (2017)

https://drive.google.com/drive/folders/1KQfDhrdaUBv1A3PKrpYj8gZ7XQo4eTNe

Autore: Enzo Motta
Datazione: Sec. XVII – XVIII
Numero scheda catalogo heritage: