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Villa Beccaria Lattuada

Localizzazione: Via Cittadella 7

La villa era la residenza estiva della famiglia Beccaria ed ospitò Manzoni, Massimo d’Azeglio, Cesare Cantù e Carlo Verri.

Immagine

Facciata anteriore della villa

Descrizione

L’edificio è a pianta rettangolare su tre piani, con una struttura neoclassica e un apparato decorativo sobrio.

La ricca famiglia milanese Bonesana, da cui discendono Cesare e Giulio Beccaria, rispettivamente  nonno e zio di Alessandro Manzoni, iniziò ad investire il proprio capitale a Gessate nel 1618, acquistando 590 pertiche

di terreno e la villa Casati come residenza di campagna per amministrare  sul luogo le proprie attività economiche.

All’inizio dell’Ottocento Giulio Beccaria edificò la villa neoclassica di via Cittadella, originariamente corredata da un  ampio giardino.

Qui presso l’amorevole zio e la sua giovane moglie,  Antonietta Curioni de’ Civati, Alessandro Manzoni con gli amici letterati trascorsero lieti soggiorni estivi ma soprattutto trovò conforto nelle circostanze più tragiche che colpirono la sua numerosa e complicata famiglia.

Il romanzo epistolare di Natalia Ginzburg La famiglia Manzoni, edito a Torino nel 1983, basato sulle  numerose lettere che i vari componenti  si scambiavano regolarmente,  ben documenta le relazioni e gli intrecci nati in questo luogo.  

Citazioni dal romanzo:

–  “ A Gessate, nella villa dello zio Giulio Beccaria, i Manzoni andavano spesso. Lo zio Giulio Beccaria s’era sposato, non più giovane; la moglie aveva nome Antonietta Curioni de’ Civati; era abitualmente chiamata in famiglia la zietta. I Manzoni amavano molto sia lui, sia la moglie.

–  Enrichetta morì nel giorno di Natale , alle otto di sera. Il 27 dicembre (1833) vi furono i funerali, nella vicina parrocchia di san Fedele. La salma venne portata a Brusuglio. (…) Poi andarono tutti a Gessate, dallo zio Giulio Beccaria.

Il 31 dicembre, da Gessate,  la nonna Giulia Beccaria scrisse alla nipote Vittoria, che era in collegio a Lodi, una lettera molto toccante nella quale le descrive gli ultimi giorni di vita della madre.

Nel 1831 Giulietta, primogenita di Manzoni, sposa il marchese Massimo D’Azeglio. Matrimonio breve e infelice, dal quale nasce Alessandra. Giulietta muore e viene sepolta a Brusuglio il 20 settembre 1834.

Dopo le esequie: “ Tutti i Manzoni andarono a Gessate, nella villa dello zio Giulio Beccaria. Scriveva allo zio il cugino Giacomo (di cui  Giulietta era stata innamorata): Giunto ieri sera in città, mi recai tosto in casa Manzoni, ma li sentii tutti partiti per costà. Spero che, ad onta del conturbamento dell’animo, si troveranno discretamente in salute. Ti prego di fare verso di essi la mia parte, ed anche con Azeglio. Io vedrò nelle settimane venture di venire ad abbracciarvi tutti a Gessate.”

 – Nell’estate del 1835, meno di un anno dopo, D’Azeglio si risposò. La precocità di questo nuovo matrimonio parve a Manzoni oltraggiosa. In città correvano voci che con questa donna d’Azeglio avesse avuto una relazione quando Giulietta era ancora vivente. Gli zii Beccaria non provarono sdegno per il comportamento di d’Azeglio: per questo motivo, i Manzoni nell’autunno del 1835 rifiutarono il loro invito di andare a Gessate, andando invece per alcune settimane a Monticello, ospiti della famiglia Nava.

Cesare Cantù, capitato anche lui in casa Nava, scrisse alla zietta:

“ Ma la Giulia mi trasse in disparte, e mi aprì il cuor suo sulle pene sofferte…Mi recitò press’a poco la lettera che vi aveva scritta; che venendo a Gessate, potrebbe capitarvi d’Azeglio con quella donna ecc…Ella trovava giusto il rimaritarsi, ma orribile il modo, e strano che voi approvaste. Qui s’entrava in un ginepraio da non uscirne più, ma Alessandro, che se n’era accorto, interruppe la conversazione chiedendole: ” Non la finisci più con la tua Odissea?”.

Quell’estate (1843) s’ammalò gravemente lo zio Giulio Beccaria.

Guarì ma avevano temuto che morisse.  

Teresa Borri, seconda moglie di Manzoni, scrive al figlio Stefano Stampa: ”Papà  con un tempo che s’è indiavolato una mezz’ora dopo la sua partenza, è andato a Gessate, dove il Marchese Beccaria stava malissimo. Mi rincresce per quell’uomo, perché in fondo dell’animo poi ci

volevo bene, e poi è l’unico parente più stretto di Alessandro. Oltre al dispiacere per il Marchese, ho l’angustia del tempo, per Alessandro che è partito con una povera carrozzetta, quella della biancheria, e due cavalli da paesano, con Peppo del fattore per cocchiere, e Filippo per secondo.”

Qualche giorno dopo Teresa scrive:

”Papà è ritornato ier l’altro senza avere subito le spaventevoli disgrazie che io immaginava che gli potessero accadere. Il Marchese Beccaria continuava ieri a migliorar  molto dopo credo il sesto salasso”.

Note

Nel 1866, alla morte della vedova di Giulio Beccaria, la villa fu lasciata  all’amministratore dei suoi beni Stefano Lattuada.

Nel giardino posteriore è conservata la statua di Cesare Beccaria in toga romana.

Criticità

Essendo oggi frazionata in appartamenti privati la struttura originaria è stata manomessa e non è visitabile.

Scomparso anche l’ampio giardino con le scuderie, il torchio, la limonaia e la ghiacciaia.

Azioni suggerite

Evidenziare comunque la sua importanza storica e culturale per Gessate, essendo stata luogo di incontro per numerosi letterati e intellettuali dell’800.

Bibliografia

“Ville in Gessate”. V. Mazzei, M.T. Campora, 2002

E. Ferrario, “Dimore storiche in Martesana”, Cernusco sul Naviglio, 2000

Datazione: Prima metà 1800
Numero scheda catalogo heritage: