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Inzago – Palazzo Marchesi

Localizzazione: Via Marchesi – INZAGO

Palazzo Marchesi ora è una Residenza Sanitaria Assistenziale che ospita oltre 70 anziani con annessi ambulatori di medicina territoriale.

Immagine

Foto 1 – Palazzo Marchesi ex Lecchi

Foto 2 – Giardino interno con colonnato

Foto 3 – entrata da via Marchesi

Foto 4 – Scalone con quadro di Luigi Marchesi

Descrizione

La proprietà del sedime dell’attuale palazzo Marchesi è riferibile alla stirpe dei Quaggio il cui maggior rappresentante fu “Bernardinus Bernazanus de Marchixelis dictus Quagis de Inzago”, allievo di Leonardo.

Nel ‘600 i Quaggio furono per generazioni noti fabbri ferrai; tra essi spiccò Giò Giacomo che consolidò la proprietà attorno a tale casa con diverse operazioni di compravendita in zona che lo portarono a possedere diverse case di piccole dimensioni contigue.

La Redenzione testimonia che tali case Quaggio furono successivamente abbattute (1685-1686) per far posto ad un nuovo edificio.

Il figlio Giò Angelo vendette tutti i suoi beni al nobile Giacomo Antonio Lecchi (1711) che appare nel “catalogo de Mercanti d’oro, argento e seta” (1713); la casa allora era composta da quattro stanze al piano terreno e altrettante al piano superiore.

Giacomo Antonio († 1747) lasciò il suo notevole patrimonio immobiliare ai due figli maschi Giò Batta e Carlo Francesco in parti uguali e una rendita vitalizia al figlio gesuita Giovanni Antonio (1702-1776).

La successiva divisione dei beni Lecchi (1749) assegnò a Giò Batta (1704-1775) i beni di Inzago e di Cassano.  

Il testamento di Giò Batta (1775) lascia alla seconda moglie, donna Teresa Casati sposata nel 1770, “in usufrutto l’appartamento al piano terreno della mia Casa da Nobile in Inzago suddetto, fatta fabricare da me co’ miei propri denari, e con grande spesa”.

Tra i lasciti ricordo quello particolare a favore del fratello padre Giò Antonio Lecchi della Compagnia di Gesù per il quale stabilisce la disponibilità della villa di Inzago per due mesi all’anno se volesse “fare a Inzago la sua villeggiatura”.

Dopo un anno di lutto vedovile Teresa Casati si risposò (1776) con Giuseppe Casati fu Giovanni.

Il figlio ed unico erede Carlo Francesco Lecchi vendette (1789) la possessione di Inzago e la casa definita “da nobile di moderna fabbrica […] con tutte le comodità”; acquirente fu il celeberrimo cantante castrato Luigi Marchesi (1754-1829) la cui notevole bellezza contribuì non poco alla sua fama di divo e ai successi in società dove era adorato dalle donne.

A Inzago e nei paesi vicini Marchesi procedette a consolidare il fondo con compere di oltre 800 pertiche e soprattutto a estendere il caseggiato urbano con l’acquisto della casa confinante Fagnani (1802) e a dotare la villa di un adeguato giardino all’italiana (1805) sottratto in gran parte alla attigua villa che era stata dei Moneta e del conte Melzi, al tempo passata di mano e in parte frazionata.

Con l’acquisizione del terreno e la successiva realizzazione del giardino posteriore Marchesi diede una dimensione compiuta alla villa e quivi abitò stabilmente nella buona stagione dopo l’abbandono delle scene.

Gli interni furono decorati secondo le nuove mode e dotati di servizi igienici all’avanguardia.

[…] La descrizione dei giardini effettuata nel 1830 ci consente di conoscere nel dettaglio l’intervento di Marchesi che ereditò la divisione “in quattro quadri da viali e ruggelletti” preesistente, cui aggiunse decori e i giochi d’acqua resi possibili da una “macchina” (pompa azionata a mano) che dava pressione all’acqua derivata dal naviglio attraverso una rete di tubi di rame.  

Con le sue ultime volontà Marchesi legò la maggior parte dei suoi beni liquidi e fondiari a varie istituzioni caritatevoli e in particolare al Pio Albergo Trivulzio; i beni di Inzago e il palazzo furono destinati in usufrutto al figlioccio Luigi Bogini e ai suoi futuri figli maschi, in carenza dei quali aveva previsto “l’erezione in Inzago di un Ospitale per il ricovero dei poveri infermi”.

Bogini non ebbe discendenti per cui alla sua prematura morte (1833) l’eredità Marchesi fu rilasciata dalla vedova all’erigendo Ospedale dopo l’ennesimo aborto avvenuto successivamente alla morte del marito.

I beni Marchesi ex Bogini erano appena sufficienti a garantire la rendita necessaria alla gestione di un ospedale.

Il reperimento dei capitali occorrenti per la trasformazione della villa richiese tempo così come il superamento dei contrasti tra l’autorità civile (Deputazione Comunale con a capo il sindaco Francesco Vitali) e il parroco Mosè Villa, amministratore della Causa Pia Marchesi tra il 1843 e il 1849.

Nel 1850 l’ospedale fu finalmente inaugurato e utilizzato subito per il sollievo dei malati di pellagra, al tempo piaga diffusa nei borghi agricoli della Lombardia.

Alla confluenza delle due corsie fu eretta una cappella, posizione che consentiva agli ammalati allettati di assistere alla celebrazione della messa.

L’ospedale da allora subì diverse trasformazioni interne e ingrandimenti a scapito del giardino.

Dell’edificio settecentesco resta ancora ben visibile l’ingresso sovrastato da un balcone con balaustra in ferro battuto.

Note

L’Ospitale Marchesi è stato attivo quale punto di riferimento per gli ammalati della zona sino a fine ‘900 quando il processo di concentrazione dell’assistenza ospedaliera ha comportato la trasformazione della troppo piccola struttura inzaghese in ricovero per anziani e in poliambulatorio.

Azioni suggerite

Maggiori informazioni al link sottoindicato

Bibliografia

“Ville di delizia e dimore storiche in Martesana”, edizioni Ecomuseo Martesana (2017)

https://drive.google.com/drive/folders/1KQfDhrdaUBv1A3PKrpYj8gZ7XQo4eTNe

Autore: Enzo Motta, Inzago
Datazione: Sec. XVIII
Numero scheda catalogo heritage: