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Il Martesana nel sistema dei Navigli lombardi

Localizzazione: Sito Ecomuseo Martesana

Enzo Parmigiani,  dell’Associazione Gorla domani, è l’autore di ricerche e articolo.

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Il sistema dei navigli lombardi

Descrizione

L’autore nell’interessante e documentato articolo  ricostruisce la storia del sistema dei navigli lombardi.

Il nostro racconto inizia attorno all’anno 1000, quando i milanesi si organizzano in repubblica e iniziano a estendere il loro dominio sulle vicine città.

Nasce anche l’esigenza di difendersi ed allora verso il 1157 cingono di bastioni e di fossato la loro città, comprendendovi tutti i sobborghi che nel frattempo erano sorti attorno. Il loro giro era di 4 miglia circa. Pochi anni dopo, chiamato dai pavesi, arriva in Italia Federico I detto Barbarossa, il quale prende la città e la sottomette.

Passano alcuni anni ed i milanesi si ribellano nuovamente.

Il Barbarossa interviene ancora e con ferocia distrugge la città dalle fondamenta, fortificazioni comprese e ne scaccia gli abitanti (1162).

Cinque anni dopo a Pontida (Bergamo) alcune città lombarde stringono un’alleanza militare contro il Barbarossa e nel 1176 a Legnano si svolge lo scontro decisivo: la Lega Lombarda, forte del simbolo del Carroccio, sbaraglia l’esercito di Federico Barbarossa e con la pace di Costanza i milanesi riottengono la libertà municipale.

La popolazione che era riuscita a fuggire, ritorna e decide di riedificare la città nello stesso posto.

Si costruiscono nuove mura più ampie e solide con sei porte principali, una per ciascuno dei sestieri in cui si divide la città.

Esternamente alle mura si scava un ampio canale utilizzando le acque del Seveso e dell’Olona che viene appositamente deviato.

L’ampio fossato esterno alle mura della Milano medioevale avrà grande importanza anche nella storia futura della città: ancora oggi si parla di Cerchia dei Navigli per designare la circonvallazione realizzata dove un tempo scorreva tale fossato.

A tale cerchia si andranno a collegare tutti gli altri navigli che Milano deciderà nel tempo di costruire, trasformando un sistema di difesa passivo in una via d’acqua fondamentale per l’approvvigionamento delle merci necessarie alla vita della città.

Il 15 marzo del 1386 Gian Galeazzo Visconti pone la prima pietra del Duomo di Milano, decidendo che, “dovendo essere opera magnifica in tutta Europa” debba essere eretto in marmo e non in mattoni come tutte le altre chiese di Milano ed a questo fine emette due editti:

  1. Il primo con il quale cede alla Fabbriceria del Duomo l’uso esclusivo delle cave di marmo di Candoglia sul Lago Maggiore di sua proprietà;
  2. Il secondo con il quale rende gratuito il transito sul Naviglio Grande alle barche contrassegnate dalla scritta “AUF” (Ad Usum Fabricae) perché adibite al trasporto dei marmi e non solo, per la costruzione del Duomo.

In poco tempo, lungo la riva interna della cerchia del naviglio, sorgono decine di “sciostre”, cioè strutture con funzione di magazzini, per il carico e scarico delle merci direttamente dai barconi.

Milano si trasforma in una grande e ricercata città commerciale e la sua ricchezza attira molti nuovi abitanti di ogni ceto facendone crescere rapidamente la popolazione.

La città rimane però sempre circoscritta all’interno delle sue mura medioevali, così le condizioni igieniche scadono rapidamente, epidemie e pestilenze iniziano a diffondersi e si comincia a capire come la fossa interna, utilizzata impropriamente anche come scarico fognario, sia una delle principali concause e si renda necessario alimentarla oltre che dal Seveso e dal Nirone, anche da altri corsi d’acqua che aumentino la portata delle acque ed il loro fluire.

Anche per questo scopo nasce l’idea di realizzare un nuovo naviglio, che prendendo l’acqua dal fiume Adda, la porti fino a Milano e entrando da nord nella cerchia interna risolva il problema.

È Francesco Sforza nel 1457 che prende la decisione e avvia l’opera affidandola all’architetto e ingegnere ducale Bertola da Novate che in soli 7 anni la realizza.

Il nuovo canale, detto Naviglio Martesana (dal nome del territorio attraversato) o Naviglio Piccolo per distinguerlo da quello Grande, inizialmente terminava nel Lambro, poi, superatolo con un ponte-canale (primo esempio in Europa di simili dimensioni), viene portato a confluire nel Seveso che già alimentava il Naviglio Interno.

Subito si sviluppa anche un notevole traffico commerciale da e per l’Adda. Ma non solo commerciale: essendo tali zone più salubri di quelle a sud di Milano, sfruttando il nuovo naviglio, nobiltà e ricche famiglie borghesi decideranno di investire in quei territori, andandovi anche a costruire le loro residenze estive così raffinate da essere ancora oggi indicate come “ville di delizia”.

 La ricerca si sviluppa raccontando la storia del naviglio di Paderno e di quello di Bereguardo.

Note

Il documento completo può essere scaricato al seguente link.

Bibliografia

https://drive.google.com/drive/folders/1Uqp6pNeTjdigHslMyOfVhTryGucpcqvU

Autore: Navigli Lombardi
Datazione: 2016
Numero scheda catalogo heritage: