Menu Chiudi

La Festa dal Paes, al Festun e la Fera – Inzago

Localizzazione: CSD Ecomuseo Martesana – Gessate  

Con la sua ricca documentazione fotografica e i saggi contenuti, il volume propone un genuino spaccato di costumi, tradizioni anche culinarie, memorie, ricorrenze religiose che si sono mantenute intatte fino ai giorni nostri.

1. Frontespizio del volume “La Festa dal Paes, al Festun e la Fera – Inzago”

    Ed. Comune di Inzago

2 – 3. Processione della Madonna del Rosario 1987 e 2002

4. Fiera del Bestiame 1891

5. Preparazione casalinga della torta “Paciarela” 1987

6. Pranzo della Fiera alla ex Trattoria “La Vedova” 1984

 

Il volume è stato pubblicato in occasione della 200a Festa e Sagra di Inzago, una delle più antiche della Martesana.

La Festa ha trovato motivazione religiosa nella devozione degli Inzaghesi alla Madonna del Rosario che data agli anni anteriori al 1803.

Un tempo, la statua era portata a spalla dai Confratelli del SS. Sacramento in abito bianco cinto da cordone rosso con fiocchi e mozzetta rossa.

Nei tempi odierni, più prosaicamente viene usato un carro trainato da una vettura.

Dice la leggenda popolare che la statua lignea della Madonna sia stata realizzata da un anonimo scultore in Contrada “Sciostra” dove, nel 1700 esisteva una scuola del legno.

La Festa e la Sagra sono abbinate nel “Festun”, ovvero due giorni consecutivi di festa paesana: la seconda domenica di Ottobre si celebra la festività religiosa, mentre il giorno successivo è “el lunedì de la Fera” quale momento propriamente fieristico e dalle radici marcatamente rurali.

La data coincide infatti con la conclusione autunnale delle attività agricole e la necessità degli acquisti necessari per la vita contadina.

Nei secoli scorsi, oltre alla compravendita di capi di bestiame (bovino, suino, equino), si affiancava anche la vendita di granaglie, sementi, sementi di bachi da seta, bozzoli e fiori di gelso.

I venditori ambulanti offrivano articoli per “acquisti di carattere straordinario eseguiti dal rurale alla grande fiera annuale”.

Negli ultimi anni, la Fiera si è trasformata in un enorme mercato che occupa gran parte delle vie principali del paese.

Se ai nostri tempi vediamo esposti oltre al bestiame, trattori e macchine agricole, una volta alla Fiera i mediatori valutavano e acquistavano bestiame per i loro padroni, mentre per molte famiglie inzaghesi era l’occasione per l’acquisto di un maiale per soddisfare il fabbisogno alimentare di tutto l’inverno.

Le contrattazioni erano lunghe e complicate e terminavano con una stretta di mano accompagnata dalla tipica espressione “Pica”, seguita dalla “bicerada” in una delle tante osterie del paese.

I gestori svolgevano contemporaneamente attività di osti e negozianti che vendevano oltre a vini e liquori, i più svariati generi di merce.

La giornata della Fiera, veniva spezzata dal pranzo consumato nelle osterie, a base di polenta e cassoeula o di trippa alla milanese innaffiate di vino “Clinto” e con una fetta di “paciarela” come dolce.

Questa tradizione del pranzo del lunedì della Fiera, si è mantenuto intatto fino ai giorni nostri: non c’è osteria, trattoria, ristorante raffinato che tenga: tutti offrono lo stesso menu e se lo si vuole gustare, è necessario prenotare per tempo.  

Altrimenti, la tradizione si perpetua in famiglia, con i parenti venuti “da fuori” per l’occasione.

Bibliografia

– Archivio fotografico Appiani

– Archivio Comune di Inzago

 

 

Autore: Testi: Dario Riva – Luciano Gorla Fotografie: A. Barzaghi, F. Brambilla, Studio Cremonesi, E. Motta, Macelleria Motta, G. Riva
Datazione: 10/2003
Numero scheda catalogo heritage: